Maria, mia nonna materna, è deceduta molti anni fa; ricordo che all'inizio del 2002, nel momento in cui la Lira stava per essere sostituita dall’Euro, mi donò 20.000 Lire, chiedendomi di tenerli per ricordarmi per sempre di lei. Aver mantenuto la promessa mi permette, a distanza di anni, non solo di ricordarmi di lei, ma anche di riflettere sul meccanismo con cui, prima del 1971, si attribuiva il valore alle banconote: per imputazione. Imputare significa attribuire, dare un valore a ciò che in sé non ne ha; mentre un banale foglio di carta si può bruciare, strappare o gettare, nessuno si sarebbe mai sognato di strappare o gettare una banconota perché possedeva, per imputazione, il valore in oro depositato presso le casse dello Stato. È l'oro che ha realmente ha un valore intrinseco, alla banconota tale valore veniva semplicemente imputato. Imputazione è anche uno dei termini che maggiormente può rappresentare il senso della Pasqua, festività che ci ricorda la morte e la resurrezione di Gesù.
2 Corinzi 5:21 Colui che non ha conosciuto peccato (Gesù), egli (Dio Padre) lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
Le 2 cose che, nel testo, vengono imputate sono il peccato e la giustizia: è facile comprendere che, per quanto concerne la giustizia, Gesù è rappresentabile dall'oro, mentre noi dalla banconota; tuttavia, non dobbiamo dimenticare che imputare significa anche “incolpare”, i ruoli perciò si “invertono” per quanto concerne il peccato. Gesù, che visse una vita perfetta, prese sopra di sé la colpa e la punizione del MIO peccato; mentre era appeso alla croce, Dio Padre gli imputò sia i miei peccati, che quelli di tutti coloro che hanno creduto in Lui e che ancora crederanno in futuro. Poiché la conseguenza di ogni singolo peccato e di ogni disobbedienza è la morte, Gesù accettò di pagare il prezzo di morte di ogni singolo peccato commesso da ogni singolo credente, scegliendo di portare un carico di colpa che non gli apparteneva. Gesù però non divenne un peccatore, perché non peccò mai. Tale verità fu riconosciuta non solo dal Padre, il quale lo resuscitò dai morti, ma perfino dai suoi nemici. Infatti, persone come Giuda, Erode, Pilato e sua moglie, nonostante non riposero mai la propria fede in lui, non poterono che riconoscere pubblicamente la sua innocenza.
Per tale motivo, dopo la Sua resurrezione, la Sua giustizia può essere imputata ad ogni peccatore che si ravvede e tutta la Sua perfezione attribuita ad ogni peccatore che si affida a Gesù per la propria salvezza. Come Gesù fu trattato da peccatore e punito per peccati mai commessi, così il vero cristiano è trattato da giusto senza tuttavia esserlo; questo è il senso della Pasqua … un dono d’amore! Questo è il vangelo! La buona notizia che Dio rivelò all’umanità: IO ho mentito, rubato, bestemmiato, imbrogliato, disobbedito ai miei genitori, ferito altri con le mie parole … e GESU' ha scelto volontariamente di sostituirmi sulla croce ed essere punito al posto mio.
TU non sei diverso da me, forse non hai commesso i miei stessi peccati, tuttavia la conseguenza di uno solo di essi è ugualmente la morte; GESU' ha scelto volontariamente di sostituire ogni peccatore pentito sulla croce ed essere punito al suo posto … mi auguro che anche tu sia tra coloro che hanno scelto di beneficiare di tale imputazione.
Patrick Galasso