Pensando al Natale, la nostra mente dovrebbe immediatamente essere catalizzata verso una mangiatoia in cui nasce il Re dei re, rimanendo stupita per il dono di Dio all’umanità peccatrice: Dio che si fa uomo per pagare, con la propria morte, il debito contratto di ogni persona a causa dei propri peccati. Purtroppo, per la maggior parte delle persone non è affatto questa l’immagine più comune. Infatti, dobbiamo ammettere che tutto ciò che ci circonda nel periodo natalizio parla di tutt’altro. Mentre babbi natale, renne, elfi e folletti fanno da sfondo per oltre un mese ad una festa ormai quasi unicamente commerciale, la nascita del Salvatore resta un’immagine legata a qualche presepe ed a pochi istanti “magici” vissuti nelle varie chiese la notte della vigilia.
Ma cosa ne pensa Gesù di tutto questo? Possiamo desumerlo dal suo atteggiamento nei confronti di coloro che fecero una cosa simile, all’interno del Tempio, durante il periodo antecedente alla Pasqua ebraica in contrasto con chi invece ebbe il giusto atteggiamento.
Matteo 21:12-16 Gesù entrò nel tempio, e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano; rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. 13 E disse loro: «È scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera", ma voi ne fate un covo di ladri». 14 Allora vennero a lui, nel tempio, dei ciechi e degli zoppi, ed egli li guarì. 15 Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedute le meraviglie che aveva fatte e i bambini che gridavano nel tempio: «Osanna al Figlio di Davide!», ne furono indignati 16 e gli dissero: «Odi tu quello che dicono costoro?» Gesù disse loro: «Sì. Non avete mai letto: "Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto lode"?»
Il brano in questione sottolinea il suo forte disgusto nei confronti dell'ipocrisia di coloro che cercavano di sfruttare, per fini personali, una festività religiosa. Il mercato era fondamentale per provvedere gli animali per i sacrifici a coloro che arrivavano da lontano per tale festività; tuttavia, molti uomini a Gerusalemme vivevano del ricavato di un grande imbroglio religioso. Posizionando il mercato all'interno del Tempio, i sacerdoti avevano stabilito la regola che, in tale luogo, non si potesse utilizzare la moneta comune per acquistare gli animali per i sacrifici (Dracma greca o Denaro romano). In tal modo, potevano guadagnare moltissimo sia dal cambio della valuta (Siclo giudaico) che dal costo che gli animali acquisivano in tale luogo.
Dopo aver liberato la “casa del Padre” da tutto ciò che ostacolava un culto sincero a Dio, Gesù si mise a guarire persone schiave di terribili malattie; un’immagine che aveva delle forti ripercussioni spirituali.
Infine, evidenzia la lode spontanea, unita ad una gioia incontenibile, di bambini ed adolescenti che si trovavano all'interno del Tempio; testimoni oculari delle guarigioni che Gesù stava compiendo con le proprie mani e che gridavano Osanna (letteralmente significa “donaci la salvezza”), riconoscendolo quindi come il loro Salvatore.
Approfittarsi della Pasqua per potersi arricchire era irritante agli occhi del Signore, tuttavia, chi lo fece non fu in grado di togliere a tale festività la sua importanza. Oggi invece, al contrario, assistiamo ad una festività quasi del tutto “soffocata da nuovi mercanti”. Il Natale ricorda a noi tutti che il Salvatore è nato in terra più di 2000 anni fa. Ma per poter guarire mediante la fede il nostro cuore dal peccato e ricevere, come legittima e naturale conseguenza, la nostra lode occorre rimuovere tutto ciò che soffoca tale messaggio. Il farlo non comporterà il rendere questa festività meno gioiosa; al contrario, imitando la semplicità dei ragazzini del passo letto, eviterà di renderla banale e sterile sia agli occhi di Dio che nelle nostre vite.
Patrick Galasso