Spesso nelle scuole, durante l'ora di religione, per cercare di favorire l'accettazione delle varie “verità” che ogni religione afferma di possedere si utilizza un'antichissima parabola buddista: quella dei 6 ciechi e l'elefante. La riporto brevemente: “Molto tempo fa in India, in una città chiamata Savatthi, un folto gruppo di uomini religiosi e sapienti litigavano furiosamente; ognuno di loro pensava di conoscere la verità ed aveva altresì la convinzione che l'opinione altrui era pienamente errata. Ognuno era così convinto di essere dalla parte della ragione che neanche ascoltava quello che l’altro aveva da dire. Ma tra tutti i saggi ce n’era uno di gran lunga più saggio; così saggio da non prendere mai una posizione così categorica ma, con modestia, era sempre disposto ad accettare l’idea espressa da ogni altra persona. Per aiutare gli altri saggi, decise di raccontare questa storia: un giorno un re, in questa stessa città, convocò tutti coloro che erano nati ciechi; dopo che tutti furono raccolti nella piazza principale, fece condurre un elefante. Chiamando a uno a uno i ciechi diceva loro: questo è un elefante, secondo te a cosa somiglia? Uno diceva una cosa, un altro un'altra a seconda della parte dell’animale che gli era stata fatta toccare. Per il primo la proboscide era il ramo di un albero, per un altro le zanne erano un aratro, per un altro il ventre era un granaio. Quello che aveva toccato le zampe le aveva scambiate per le colonne di un tempio, chi aveva toccato la coda l'aveva presa per la fune di una barca, chi aveva messo la mano sull’orecchio l'aveva preso per un tappeto. Alla fine il re li convocò per ascoltare le loro conclusioni; ovviamente, i ciechi discussero animatamente perché ognuno era assolutamente convinto di ciò che aveva toccato.
Il re, vedendoli così convinti e litigiosi, decise di aiutarli a capire e li invitò a toccare nuovamente l'animale nella parte che aveva precedentemente toccato un altro cieco; improvvisamente, tutti sostennero tesi differenti alle precedenti. Alla fine, tutti si formarono l’idea di come in realtà l’elefante fosse e furono d’accordo nell'affermare che era un mantice con un ramo di un albero nel mezzo, mentre sul davanti aveva un aratro con due tappeti posizionati sopra un granaio, sostenuto da 4 colonne e tirato da una fune di barca. Dopo che il grande saggio ebbe finito di raccontare questa storia disse: «Miei cari amici, voi fate la stessa cosa; se ognuno di voi parlasse e ascoltasse l’altro contemporaneamente la verità vi apparirebbe come una, anche se ha molte forme»”.
Credo che questa storia contenga solo un aspetto della verità, perché è vero che fin tanto che è l'uomo a cercare di conoscere Dio, partendo da se stesso, non potrà che commettere l'errore dei 6 ciechi; infatti, anche la loro “valutazione finale” era terribilmente errata. Per comprendere veramente com'era fatto l'elefante occorreva vederlo; inoltre, Dio non è un animale inerme che viene analizzato dalla propria creatura, è il Sommo Creatore che si rivela alla propria creatura, che vuole farsi “vedere” da loro.
Giovanni 14:6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
La rivelazione massima che Dio ha offerto all'umanità è mediante Gesù Cristo e Lui, senza mezzi termini, ha affermato di possedere l'esclusiva: Gesù affermò di essere l'unica verità in mezzo a tanti altri che pensano di conoscerla, l'unica via percorribile per raggiungere Dio in mezzo a tante altre false strade, l'unico in grado di offrire la vita eterna fra tutti coloro che, facendosi portavoce di una qualsiasi religione, sperano di poterla raggiungerla un giorno.
Concluse poi con un'affermazione ancora più categorica: Lui è il solo in grado di donare la salvezza ad ogni uomo; perché seguire una fede falsa, una strada sbagliata o qualsiasi persona che non ha risolto il problema della morte non giova a nulla.
Come possiamo essere certi che Gesù è proprio chi ha affermato di essere? Perché, con la sua resurrezione, lo ha dimostrato. A te non resta che scegliere se seguire il relativismo di moda oggi o Colui che ha affermato di essere la verità.
Patrick Galasso