Ciascuno di noi sarà stato, almeno una volta nella propria vita, invitato ad una festa. Solitamente tale avvenimento è considerato piacevole, anche se a volte possono apparire come dei pesi il dover cercare l’abito adatto, il regalo da poter offrire a chi ci ospita e forse dover rivedere amici o conoscenti non sempre simpatici. A volte siamo perfino tentati di rifiutare tale invito. Anche Gesù fu invitato a cena con i Suoi discepoli da molte persone. Nel caso in questione, da uno dei farisei più importanti della città. Tale occasione offrì a Gesù la possibilità di fare delle illustrazioni relative ad aspetti spirituali.
 
Luca 14:15-24 Uno degli invitati, udite queste cose, gli disse: «Beato chi mangerà pane nel regno di Dio!» 16Gesù gli disse: «Un uomo preparò una gran cena e invitò molti; 17e all'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: "Venite, perché tutto è già pronto". 18Tutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: "Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi". 19Un altro disse: "Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi". 20Un altro disse: "Ho preso moglie, e perciò non posso venire". 21Il servo tornò e riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa si adirò e disse al suo servo: "Va' presto per le piazze e per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi". 22Poi il servo disse: "Signore, si è fatto come hai comandato e c'è ancora posto". 23Il signore disse al servo: "Va' fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena. 24Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena"».
 
Questa parabola aveva come finalità illustrare, in risposta all’affermazione di uno degli invitati al banchetto, chi avrebbe avuto accesso al regno divino. A quell’epoca, gli inviti ai banchetti erano solitamente duplici. Il primo era informale, meno preciso ed indicava il fatto che la tua presenza fosse ben accetta alla festa, seguiva poi un periodo imprecisato di attesa affinché ogni preparativo fosse completato. Il secondo invece indicava con esattezza il giorno dei festeggiamenti. Una volta giunto il giorno prefissato, tutti gli invitati della parabola si svincolarono dall’impegno avanzando scuse irreali, nessuna delle quali manifestasse un’urgenza tale da declinare un invito così prestigioso. Per contro, il loro posto fu preso da quelli che, per tali persone, non erano affatto degni di un simile onore. Nel contesto, gli invitati raffiguravano Israele ed il primo invito tutte le profezie messianiche volte alla loro preparazione in vista dell’arrivo del Messia. Il secondo è la presenza di Gesù tra loro, ossia il messaggio di salvezza da Lui pronunciato: il vangelo. Per rimarcare l’assurdità del rigetto del Messia da parte delle guide del popolo, i quali non avrebbero avuto più alcuna possibilità di accedere al regno divino, egli sottolineò come fu invece accolto da coloro che i farisei ritenevano più indegni di attenzioni: poveri, prostitute, malati ed emarginati sociali. Persone erroneamente non ritenute oggetto di benedizione divina.
 
Nella parabola vi era ancora posto, a dimostrazione che il desiderio di Dio di salvare i peccatori pentiti non è ancora completamente soddisfatto. Eppure moltissimi sono coloro che rifiutano il vangelo, dimostrando un colpevole disprezzo nei confronti della grazia divina a loro rivolta. Ovviamente ciascuno di noi darà la propria risposta a tale invito, tuttavia desidero invitarti ad una ulteriore riflessione. Non pensare che basti aderire ad una chiesa evangelica per essere tra coloro che hanno realmente accettato l’invito a tale festa; spesso, il rifiuto del cuore è presente nonostante si continui ad essere, per anni, membri di una chiesa qualsiasi.
 
Patrick Galasso